LA PROVINCIA VUOLE CATTURARE E UCCIDERE DANIZA. L’OIPA RISPONDE PER VIE LEGALI


3/9/14

Un ferragosto a caccia di funghi invadendo un territorio altrui non è una buona idea. Doveva calcolarlo Daniele Maturi, l’uomo che lo scorso 15 agosto ha deciso di andare a raccoglier funghi nei boschi di Pinzolo (TN), la casa in cui Daniza, una mamma orsa di 18 anni, vive coi i suoi cuccioli dal 2000, regolarmente introdotta nell’ambito del programma Life Ursus.

Tutto in regola per la presenza di Daniza… un po’ meno per il signor Maturi che, in modo un po’ azzardato e rocambolesco, pur sapendo della presenza di orsi in zona, non ha voluto rinunciare al suo ferragosto al sapor di funghi.
Una mamma che si rispetti, quando vede entrare estranei in casa propria, difende i propri piccoli. Così ha fatto Daniza, mamma modello che, vedendo aggirarsi nella sua zona l’incauto e forse troppo ingenuo signor Maturi, gli ha intimato a modo suo di allontanarsi: Daniele Maturi afferma di essere stato aggredito dall’orsa e di essersi recato all’ospedale di Tione per farsi medicare. Considerando che si è trattato di un’orsa, per di più con un sano istinto materno, il signor Maturi è stato anche fortunato visto che se l’è scampata con qualche ferita e nulla di più.

Ma a quanto pare questa, stranamente, non è la visione di Michele Dallapiccola, Assessore all'agricoltura, foreste, turismo e promozione, caccia e pesca, nonché veterinario, che afferma, non si sa per quale motivo, che una madre che in casa sua difende i propri piccoli da un estraneo sia ‘anomala’, quindi da catturare e, in caso di resistenza, anche abbattere. Perché stranamente ci si aspetta che una mamma orsa, una volta catturata, sia felice di consegnarsi ai suoi cacciatori (sic!).

L’evidente assurdità di questo episodio assume connotazioni di una ‘cronaca di una morte annunciata’, considerando che, a quanto pare, gli orsi bruni non erano già ben tollerati da un po’ in zona: si legge infatti nel Verbale di deliberazione della Giunta Provinciale, con oggetto “Modifica del "Piano d'Azione interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno nelle Alpi Centro-Orientali" (PACOBACE)”, che il 18 luglio 2014 (dunque un mese prima dell’incontro fra Daniza e il signor Maturi) la Giunta Provinciale deliberava di modificare in tempi brevi il suddetto piano proprio per “contenere il numero di danni, aumentato proporzionalmente al crescere della popolazione di orsi”, andando a sottolineare la nuova categoria di ‘orso dannoso’, ‘dannoso’ in base proprio a questa presunta sovrappopolazione percepita da chi crede che il nostro Pianeta sia solo degli uomini, che dovrebbero scegliere chi può camminarvi e chi no, imprigionando o ammazzando chi, non appartenendo alla specie umana, dovrebbe non avere diritto a vivere in santa pace.

La sezione OIPA di Trento non poteva tacere di fronte a tanta grettezza nel proprio territorio, e per questo motivo ha partecipato ad un sit-in silenzioso e no stop che si è tenuto giorno e notte da martedì 19 a sabato 23 agosto in Piazza Dante a Trento, a cui sono state presenti anche altre associazioni animaliste. Tre fiaccole rappresentavano la dolce mamma Daniza con i suoi amati cuccioli, per amore dei quali l’essere umano crudele la sta perseguitando. Durante il sit-in, a tutti è stata data la possibilità di lasciare in un’urna dei messaggi da recapitare al Presidente della Provincia autonoma di Trento, Ugo Rossi.
Inoltre, giovedì 4 settembre, dalle 17 alle 20, i volontari della sezione OIPA di Trento saranno presenti in Piazza Pasi con un banchetto informativo circa la presenza di leggi per il rispetto della flora e della fauna selvatica, in modo da insegnare come approcciarsi alla vita dei boschi senza comportarsi da invasori.
Ancora, i volontari OIPA Trento stanno preparando la partecipazione ad un’altra manifestazione per Daniza e i suoi cuccioli, considerando anche che tra pochi giorni l’orsa sarà ancora più in pericolo, vista l’imminente apertura della stagione di caccia. Caccia le cui vittime, anche casuali e umane, non sono difese da nessun assessore, da nessun piano, da nessun cambiamento politico consistente ed efficace.
Ma non si conclude qui: l’OIPA Trento sta soprattutto mettendo in atto delle misure legali per contrastare quest’ordinanza provinciale di cattura che, tra parentesi, non è stata nemmeno approvata dal Ministero dell’Ambiente.

 

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